Premi invio per avviare la ricerca

BISFENOLO A

 

 

BISFENOLO A: RIDUZIONE DELLA DOSE GIORNALIERA TOLLERABILE E POSSIBILI RICADUTE PER IL SETTORE CONSERVIERO

Scarica il pdf dell’Articolo sul Bisfenolo A.
A cura della
Divisione Packaging Area Sostenibilità e Valorizzazione SSICA

 

In data 19 aprile 2023 gli esperti scientifici di EFSA hanno riesaminato i rischi da Bisfenolo A (BPA) negli alimenti abbassando considerevolmente la dose giornaliera tollerabile (DGT) rispetto alla precedente valutazione del 2015. Il parere scientifico di EFSA ha aperto un dibattito tra i legislatori dell’Unione Europea per definire le misure normative appropriate da adottare a tutela dei consumatori. La Commissione Europea ha annunciato una imminente restrizione nell’uso del BPA e degli altri bisfenoli, aggiunti intenzionalmente nei materiali a contatto con gli alimenti, con un’adozione prevista per il primo trimestre del 2024.

Bisfenolo AStato dell’arte

Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza usata prevalentemente in associazione con altre sostanze chimiche per la produzione di resine epossidiche, per il rivestimento interno ed esterno di scatole metalliche, lattine e capsule per conserve alimentari.

Da tempo questa sostanza è oggetto di interesse da parte di EFSA che, nel 2006, compì la sua prima valutazione completa del rischio di esposizione. Da allora gli esperti hanno esaminato centinaia di pubblicazioni apparse su riviste scientifiche, sottoposte a revisione paritetica, oltre a relazioni su studi presentati dall’industria. L’EFSA ha esaminato le informazioni scientifiche apparse sul BPA nel 2008, 2009, 2010 e 2016. Per una maggior tutela del consumatore, nel gennaio 2015, ha ridotto la dose giornaliera tollerabile (DGT) da 50 a 4 µg/kg di peso corporeo al giorno. Allora gli esperti EFSA stabilirono solo una DGT temporanea, in quanto permanevano elementi di incertezza, sottolineando la necessità di colmare le lacune e i pareri discordanti riscontrati nei dati scientifici. Per questa nuova valutazione gli esperti dell’EFSA, nel 2017 e nel 2019, hanno effettuato un approfondito lavoro preparatorio tra cui la pubblicazione e, successivamente, la sperimentazione di un protocollo di valutazione in termini di pericolo.

Dal riesame è stata stabilita una DGT di 0,2 ng/kg (0,2 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno), in sostituzione del precedente livello temporaneo di 4 µg/kg di peso corporeo.

La nuova DGT è stata quindi ridotta di 20.000 volte.

Quadro legislativo europeo per i materiali a contatto con gli alimenti

L’uso del BPA nei materiali a contatto con gli alimenti è autorizzato nell’Unione europea, ai sensi del Regolamento 10/2011/UE, riguardante i materiali e gli oggetti in plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Nel febbraio 2018, con il Regolamento UE 2018/213, è stato introdotto un Limite di Migrazione Specifica (LMS) più severo per il BPA nelle vernici, nei rivestimenti e nelle materie plastiche destinate a venire in contatto con gli alimenti, sulla base dalla DGT temporanea stabilita dall’EFSA nel 2015. Il limite era stato abbassato da 0,6 mg/kg a 0,05 mg/kg (limite attualmente in vigore).

Quest’ultimo parere scientifico di EFSA sul BPA ha aperto un dibattito tra i legislatori dell’Unione Europea per definire le misure normative appropriate da adottare a tutela dei consumatori. La Commissione Europea ha annunciato una imminente restrizione sull’uso del BPA e degli altri bisfenoli, aggiunti intenzionalmente nei materiali a contatto con gli alimenti[1], con un’adozione prevista per il primo trimestre del 2024.

Ricadute per il settore dell’imballaggio metallico alimentare

La forte riduzione della DGT per il BPA proposta dall’EFSA potrebbe portare, nell’Unione Europea, alla completa sostituzione dei rivestimenti epossidici per il rivestimento interno ed esterno delle scatole e dei sistemi di chiusura (es. capsule) per uso alimentare. Le vernici epossidiche sono attualmente ancora utilizzate, sia tal quali che pigmentate, per le loro ottime performance e perché in grado di garantire, ai prodotti conservati alimentari, le lunghe shelf life richieste dal mercato (anche 3 o 4 anni). Presentano infatti una elevata resistenza chimica, una buona resistenza ai trattamenti termici, un’ottima aderenza al supporto metallico e una buona flessibilità alle sollecitazioni meccaniche.

Già per il quadro normativo che si era venuto a delineare dopo il 2010 e, in seguito alla decisione del governo francese di bandire l’uso del BPA, sono stati compiuti progressi significativi nello sviluppo e nella qualificazione di rivestimenti interni alternativi privi di BPA. I rivestimenti epossidici sono stati in buona parte sostituiti da rivestimenti organici di altra natura, che non prevedevano l’uso del BPA nella formulazione della resina di partenza. La transizione non è stata né immediata né rapida perché ha richiesto un lavoro di ricerca e sviluppo a cui anche la divisione Packaging di SSICA ha contribuito attivamente con un progetto di ricerca istituzionale concluso nel 2014 e diversi studi finanziati da aziende del settore.

Per i prodotti vegetali, a bassa e a media acidità e solforanti, la ricerca si è orientata verso l’impiego di rivestimenti di natura poliestere BPA-NIA (dove il BPA non è Intenzionalmente Aggiunto). Le vernici a base poliestere, erano già state utilizzate per il confezionamento di prodotti alimentari a ridotta aggressività, in quanto, non avendo elevate doti di resistenza chimica, non erano utilizzate per il confezionamento dei derivati del pomodoro e per i prodotti a media acidità. Dal 2010 i rivestimenti di natura poliestere sono stati opportunamente modificati; utilizzando resine a diverso peso molecolare (medio o alto peso molecolare) per incrementarne la resistenza chimica.

In questi ultimi anni, per il confezionamento di derivati del pomodoro e di legumi, si utilizzano smalti bianchi poliestere a medio o alto peso molecolare. Gli smalti epossidici sono stati in parte sostituiti con quelli poliestere, con prestazioni confrontabili. Anche la shelf-life di questi prodotti, che all’inizio della sperimentazione era stata inevitabilmente ridotta, è oggi confrontabile a quella garantita dai rivestimenti epossidici (es. 36 mesi per i derivati del pomodoro e legumi).

In commercio sono disponibili inoltre vernici dorè di natura poliestere anch’esse con prestazioni confrontabili a quelle epossidiche. Le vernici dorè epossidiche interne rimangono invece le più utilizzate per i prodotti particolarmente aggressivi come vegetali sottaceto o cipolline al naturale, che presentano un pH molto acido, inferiore a 4,0, per la presenza di acido acetico nel liquido di governo. Per questa tipologia di prodotti è ancora preferibile l’utilizzo di una vernice dorè epossidica, applicata in doppia mano, che presenta una eccellente resistenza chimica.

La transizione dai rivestimenti epossidici verso l’uso di quelli di natura poliestere non è stata tuttavia economicamente indolore per le aziende alimentari, in quanto i rivestimenti poliestere BPA-NIA avevano prezzi superiori rispetto a quelle epossidiche, soprattutto nei primi anni di questa transizione. Attualmente i prezzi delle scatole verniciate internamente con smalto poliestere ed epossidico si equivalgono.

E’ invece importante segnalare che le vernici epossidiche sono ancora molto utilizzate per il rivestimento esterno degli imballaggi (corpi scatola, fondi Open Top, Coperchi Easy Open e riprotezione della saldatura longitudinale “side stripe”). La classica vernice dorè anonima presente sulla superficie esterna delle scatole e dei fondi è generalmente di natura epossidica.

Quello che attualmente viene utilizzato è quindi un sistema misto, con la parte interna dei contenitori protetta con un rivestimento poliestere BPA-NIA mentre quella esterna con uno epossidico. Il rischio dell’utilizzo di un sistema misto è legato alle possibili contaminazioni derivanti dal trasferimento di sostanze indesiderate (set-off) dal lato esterno dei fogli (litografato/verniciato) al lato interno a contatto con l’alimento, quando i fogli vengono impilati per le successive fasi di lavorazione. Anche la cottura nei forni può portare a problemi di contaminazione. I valori di cessione del BPA riscontrati dall’analisi di migrazione specifica dei rivestimenti interni, anche epossidici, sono generalmente ampiamente sotto il limite di legge; spesso si tratta di pochi ppb (µg/kg), quindi ampiamente al di sotto del limite di migrazione specifica del BPA attualmente in corso di 0,05 mg/kg.

In caso di riduzione del LMS del BPA o se venisse bandito nelle vernici e nei rivestimenti destinati a venire in contatto con gli alimenti, è ragionevole ipotizzare una sostituzione anche dei rivestimenti epossidici usati sull’esterno degli imballaggi per ridurre al minimo possibili contaminazioni accidentali (set-off) e arrivare ad imballaggi completamente “BPA non intenzionalmente aggiunto”.

Il corretto adattamento a possibili restrizioni future richiederà un adeguato periodo di transizione per poter consentire di svolgere i test necessari all’immissione sul mercato di imballaggi sicuri per il consumatore e con performance analoghe a quelli attuali.

[1] https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13832-Food-safety-restrictions-on-bisphenol-A-BPA-and-other-bisphenols-in-food-contact-materials_en